Il Nonno Aldè

[vc_row full_width=”” parallax=”” parallax_image=””][vc_column width=”1/1″][vc_column_text]Nonno Alde’ nacque il 6 Gennaio 1888 nel giorno dell’Epifania da Emilio Triglia e Isolina.

Emilio ebbe tre figli, Alderigo (nonno Alde’), Maria e Santina; purtroppo Emilio Triglia venne a mancare all’eta’ di 44 anni e  Alderigo a soli 14 anni dovette prendere le redini della famiglia.

Il padre era commerciante e dedito alla produzione degli insaccati.

img225Alderigo venne chiamato al servizio militare e andò sotto le armi nella 1° Guerra mondiale 1915/1918;  fù fregiato come Cavaliere di Vittorio Veneto e sotto le armi venne ferito ben due volte; una volta con una pallottola molto vicina al cuore e un’altra volta alla testa, in quest’ultima occasione venne abbandonato nel campo di battaglia perchè creduto morto, si risvegliò dopo tre giorni e riuscì da solo ad andare al campo militare.

L’Aldè, come lo chiamavano tutti, è ricordato con stima e affetto dai paesani, come un uomo di  eccezionale intelligenza e cuore.

Seppe aiutare economicamente molte famiglie di Gombitelli, poichè possedeva una bottega di paese dove teneva ogni genere di viveri e molto altro (allora le botteghe di paese tenevano di tutto).

Impartiva ai giovani lezioni di francese, grammatica, matematica e altro, aveva la passione per la scrittura, componeva commedie per il paese, scriveva barzellette, era davvero un uomo brillante e soprattutto amava molto i suoi paesani.

Nel minuscolo paese di Gombitelli giungevano da tutti i paesini delle “Semiglia”, da Lucca, Camaiore ecc… per acquistare i salumi Triglia, ritenuti sin da allora delle prelibatezze.

Una curiosità: Semiglia è cosi’ chiamato quel comprensorio vicino a Gombitelli, perchè a Valpromaro c’era la sosta dei cavalli e dei muli, per la rifocillazione, l’aggancio e sgancio dei carri da trasporto che servivano per gli scambi commerciali: vi erano 6 miglia da Valpromaro a Lucca e 6 miglia da Valpromaro a Camaiore, per questa identica distanza dei due luoghi quel territorio venne chiamato “Semiglia”.

I suini venivano in parte allevati alla Casa Bianca, località montana nei pressi di Gombitelli e in parte acquistati fuori paese e trasportati a dorso di mulo lungo le mulattiere.

img237Nonno Aldè percorreva le mulattiere facendo diversi viaggi al giorno, alzandosi prima dell’alba (almeno tre viaggi); all’andata caricava i salumi da vendere e al ritorno tutto ciò che gli necessitava per la bottega e il suo bar di Gombitelli.

Aldè non si lamentava mai delle fatiche, era un uomo solare con una forza fisica straordinaria; i paesani narrano di averlo visto bere a garganella dalla damigiana di vino “naturalmente un sorso” (garganella termine usato dialetticamente in Toscana), per riuscire a bere in quel modo era necessaria una forza incredibile.

La macellazione dei suini avveniva a fine autunno e si protraeva anche nei mesi invernali, i maiali provenienti dalla Casa Bianca li portavano a spalla in paese, (Gombitelli) presso i locali adebiti alla lavorazione del maiale.

Si narra che le budella che servivano  all’insaccatura venissero lavate presso dei ruscelli con acqua freddissima (i guanti all’epoca non si usavano di certo).

La famiglia Triglia già allora produceva una discreta gamma di salumi, come si sa del maiale non si butta via niente (ancora oggi è così), biroldo e soppressata venivano fatte con le parte meno nobili come: cotenna, testa, lingua, cuore, orecchie e grasso.

Il lardo veniva consumato sempre come alimento povero, ed era mantenuto sotto sale, quello arrotolato (Cuor di Lardo) veniva appeso mantenendosi in quel modo piu’ dolce di quello steso e non irrancidiva, otteneva davvero una bella conservazione.“Il Cuor di Lardo e’ oggi un fiore all’occhiello dei Salumi Triglia” ; poi c’era lo strutto estratto dalle parti grasse del maiale come  la “sciugna” cosi’ chiamata; lo strutto era utile per friggere molte pietanze e per il mantenimento di salsicce precedentemente essiccate messe nelle bigonge e ricoperte di strutto; in quel modo potevano essere consumate in tutto il resto dell’anno.

Il salame nostrale oggi come allora e’ un prodotto tipico di Gombitelli e del camaiorese molto conosciuto nella lucchesia e in tutta la Versilia.

Il Prosciutto Penitente: si trattava di prosciutti che per qualche ragione non riuscivano a prendere il sale, quindi venivano lasciati più a lungo a riposare nei metati e secondo il gusto di allora recuperati poichè i prosciutti piu’ saporiti erano considerati pregiati perchè essendo più salati facevano companatico.

A rendere eccellenti i Salumi Triglia di Gombitelli era ed è senz’altro il particolare microclima del luogo, la giusta altezza, ventilazione e distanza dal mare quel che basta.

La famiglia Triglia infatti è esperta di salumi sin dal 1797 epoca in cui abbiamo memoria dei nostri antenati più prossimi e quasi sicuramente molto molto più indietro nel tempo.

Nel piccolo borgo ancora oggi si vive una realtà unica e particolare, il paesino e’ isolato e si raggiunge lungo una strada tortuosa, oggi asfaltata che sale lungo boschi di pini e castagni, offrendo scorci che spaziano fino al mare e l’aria è incontaminata.

img246Il borgo con i lampioncini in ferro battuto (famosissimo il ferro battuto di Gombitelli) alla sera assume l’aspetto di un paesaggio fiabesco, capace di narrarci ancora oggi il vissuto di tempi lontani e storie vere di persone eccezionali come Aldè…. che ancora oggi i paesani ricordano con entusiasmo e affetto, naturalmente la maggior parte di loro sono su con gli anni (molti di loro erano poco piu’ che bambini all’epoca); nonno Aldè è sempre nei cuori dei nipoti Emilio e Alderigo e dai pronipoti Mauro, Tatiana, Denni e Alessandro.

Il Salumificio Triglia ancora oggi come allora continua nella produzione dei salumi con grande passione ed impegno.

Portarli sulle nostre tavole significa gustare sapori genuini ed incontaminati proprio come l’aria di Gombitelli.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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