Annoverato tra i migliori formaggi italiani a Denominazione di Origine Protetta (DOP), il Grana Padano si caratterizza per la sua pasta a grana dura e cotta, risultato di una maturazione lenta.
La zona di produzione di questa eccellenza della nostra industria casearia รจ ben definita dal disciplinare geografico della sua DOP: viene infatti prodotta nelle trentadue provincie di cinque regioni del nord Italia:
Veneto, Trentino-Alto Adige, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte.
E sempre lo stesso disciplinare impone che tutta la filiera che porta alla realizzazione di ogni singola forma, sia compresa in questa specifica area vasta: dallโallevamento alla mungitura delle vacche, dalla raccolta alla trasformazione del latte in formaggio fino alla stagionatura e allโeventuale โgrattaturaโ. Anche lโalimentazione delle vacche deve essere effettuata con mangimi prodotti da aziende del territorio e da foraggi prodotti/coltivati sempre nelle aree dove viene munto il latte.
Grana Padano: la lavorazione
Il disciplinare di produzione impone che il Grana Padano venga realizzato con solo latte vaccino crudo. Il latte viene raccolto tutto lโanno e munto non piรน di due volte al giorno. Una volta raccolto, viene lasciato a scremare parzialmente per affioramento naturale e quindi lavorato nelle caratteristiche caldaie realizzate in rame a forma di campana rovesciata. Per ottenere la cosiddetta cagliata, il latte viene portato ad una temperatura tra i 31 e i 33 gradi e vi viene aggiunto il siero innesto naturale e il caglio vaccino. Una volta che il formaggio ha cagliato, si procede alla cottura vera e propria con una temperatura che oscilla tra i 53 e i 56 gradi centigradi. Durante questo processo il caglio viene continuamente rimescolato. Alla fine la massa caseosa nella sua compattezza si deposita sul fondo della caldaia e viene lasciata a riposare lรฌ per circa unโora e 10 minuti, cosรฌ che spurghi il siero e rassodi per bene. Passato questo tempo, i maestri caseari la sollevano servendosi di un mestolo di legno ed un telo di lino e la dividono in due forme gemelle che vengono ognuna riposta in una โfasceraโ di plastica ben stretta. Trascorse circa 12 ore, tra questa fascera e la parte laterale della forma โ nota come โlo scalzoโ โ viene posta una seconda fascia โmarchianteโ che imprime su ciascuna forma i marchi identificativi della DOP: il simbolo del quadrifoglio che riporta il numero di matricola del caseificio di provenienza, la sigla di riferimento della provincia, la data di produzione (mese e anno), la placca di caseina con su impresso il codice per la tracciabilitร e, ovviamente, i piccoli “rombiโ tratteggiati che hanno inciso al loro interno il nome a lettere maiuscole GRANA PADANO.
Grana Padano: la stagionatura
Passate 36 ora, la fascera iniziale che era stata posta intorno alla forma appena fatta, viene sostituita con unโaltra di acciaio cosparsa di piccoli fori che servirร a conferirle la sua classica forma a bombatura convessa con le estremitร a piatti piani. Cosรฌ bloccata, la forma viene immersa in una soluzione di acqua e sale per un periodo che oscilla tra i 14 e 30 giorni. Al termine di questa fase di salatura, le forme vengo poste a stagionare in speciali locali caldi โ camere di stufatura โ da un mino di 9 ad un massimo di 20 mesi. Si tratta di locali in cui i livelli di umiditร e areazione sono tenuti costantemente tenuti sotto controllo cosรฌ da permettere alle forme di subire tutte le necessarie variazioni chimico-fisiche che porteranno, alla fine del processo, il formaggio a raggiungere le sue caratteristiche qualitร organolettiche. Durante la fase della stagionatura, i maestri caseari si prendono costantemente cura delle le forme che vengono girate e โpuliteโ ogni 15 giorni. Come in tutti i parti, allo scadere del nono mese di riposo, ogni singola forma di Grana Padano viene esaminata dagli esperti del Consorzio che si assicurano che tutto proceda per il verso (giusto) stabilito dal Disciplinare: solo se vengono soddisfatti i requisiti imposti le forme vengono marchiate a fuoco.
Grana Padano: la storia
La tradizione vuole che la prima forma di Grana Padano sia stata prodotta nel 1134 nellโabbazia cistercense di Chiaravalle, pochi chilometri di distanza da Milano in direzione sud.
Il nome latino che i monaci padani, dettero a questo formaggio prodotto allโinterno di caldaie di rame (non molto dissimili da quelle ancora oggi utilizzate nei caseifici moderni) era caesus vetus, formaggio vecchio. Tuttavia, per il popolo di contadini, mezzadri e braccianti che non conosceva il latino, diede a questo โformaggio vecchioโ un altro nome, ispirato direttamente alla sua pasta granulosa: Grana.
Per secoli, la produzione dei vari grana รจ rimasta identica a se stessa e alle modalitร โinventateโ dai monaci, ma รจ nel 1951 che tutta la produzione subisce un epocale momento di svolta, quando a Stresa gli operatori dei vari caseifici si riunirono e stabilirono una Convenzione che portรฒ poi al disciplinare attuale e alla distinzione tra Grana Padano e Parmigiano Reggiano.
Ingredienti
LATTEย vaccino, caglio, sale, conservante lisozima (da uovo).
Crosta non edibile.
Conservare in luogo fresco.
Prodotto e confezionato nello stabilimento IT 05 337 CE.