Salumi artigianali e salute: perché conviene spendere un po’ di più

Poco più di un anno fa, alla fine di ottobre 2015, le dichiarazioni dell’OMS – l’Organizzazione Mondiale per la Sanità, circa il consumo di carne rossa, avevano mandato in subbuglio i consumatori di tutto il mondo.
Subito c’erano state le prime reazioni. Nel comparto della vendita al dettaglio e della grande diminuzione si era assistito ad un drastico calo. Americani ed inglesi in primis si erano sentiti colpiti nella loro tradizione della colazione (il famoso english breakfast), in cui vengono soffrite a lungo nel burro le fettine di bacon.

Ma noi italiani, spesso abituati a comprare i salumi artigianali, il salame, il capocollo, la lonza direttamente dal contadino, dal produttore – ci siamo chiesti “cosa c’abbiamo a che fare con questo allarmismo?”

Pochi giorni dopo la diramazione del comunicato però qualcuno – giustamente, si era andato a leggere più approfonditamente i dati della ricerca diramati dall’OMS. Sotto i riflettori dei microscopi infatti sono finite sì le carni rosse, ma quelle di scarsa qualità. Quelle eccessivamente lavorate e trasformate dall’industria alimentare, dalle grandi corporazioni. Sotto accusa sono andate dunque quelle abitudini legate alla cattiva produzione e al consumo – a volte eccessivo, di carni rosse. L’OMS non ha dunque bandito le carni rosse, ma ha semplicemente detto “state attenti a ciò che mangiate”.

Carni e insaccati della grande distribuzione: quando c’è da stare attenti

L’industria alimentare collegata alla grande distribuzione spesso ha un solo grande obbiettivo. Massimizzare il guadagno. Per questa ragione, salsicce, insaccati e prosciutti vengono spesso trattati con grandi quantità di additivi chimici. Carragenina, per addensare e stabilizzare, nitrati e nitriti per equilibrare i sapori e conservare più a lungo. Insaporitori e aromi, coloranti per ridare freschezza e lucentezza alle carni.
Ecco perché c’è da stare sempre più attenti alle etichette, leggendole con attenzione, imparando a decifrare i codici laddove ce ne fosse bisogno, avendo anche l’ardire di domandare al banco salumi circa la lista degli ingredienti di un determinato prodotto. Naturalmente, non bisogna generalizzare. A volte capita di trovare anche nella GdO prodotti artigianali, provenienti da piccoli produttori, che garantiscono circa il processo di lavorazione naturale.

Salumi artigianali, una storia che viene da lontano

Se parliamo di maiale, il modo migliore per preparare la carne è con il sale e le spezie naturali. Si tratta di un metodo tradizionale sviluppato nel corso di migliaia di anni da svariate popolazioni a diverse latitudini del mondo. La conservazione e la stagionatura tramite salatura rendono i salumi deliziosi e la gente li ha consumati per secoli, senza alcun effetto negativo. Il metodo di lavorazione naturale della carne di maiale prevede il rispetto dei naturali tempi di stagionatura. Perché, sempre, all’intervento dell’uomo si affianca quello della natura. Il ciclo delle stagioni, la forza asciugatrice del vento, la “spumosità” della nebbia, affinano le carni, e contribuiscono a conferire ai salumi il loro unico grado di sapore.

Salumi artigianali: qualità e convenienza grazie alla vendita online

Fino a ieri si diceva: “i prodotti alimentari artigianali e di qualità sono buoni ma costano troppo”. Oggi quest’equazione non è più vera, almeno non completamente. Grazie allo sviluppo del commercio elettronico i costi si sono ridotti notevolmente. Così come si è ridotta la distanza tra produttore e consumatore. Oggi capita di acquistare magari su Amazon una cesta di prodotti artigianali toscani, contenente un buon numero di specialità della tradizione norcina locale, tutto certificato e garantito a livello di provenienza. Così Amazon magari è solo il vettore, la grande vetrina che ci mette in contatto con il piccolo produttore altrimenti più difficile da raggiungere nei meandri della rete. Un piccolo produttore artigianale che sempre ‘ci mette la faccia’. L’utente ha così la possibilità di contattarlo direttamente, di scambiarci due chiacchiere, di organizzarsi magari anche per andarlo a trovare nei luoghi di produzione. E questa, alla fine, è la reale dimensione virtuosa del commercio elettronico. Un commercio fatto di relazioni, di ponti. Una transazione che assottiglia i costi legati alla distribuzione, per massimizzare la qualità e la convenienza

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